IL GIOCO DEL SENTIRE
Se cerchiamo di rintracciare l’origine dei Tarocchi sarà richiesto di lasciare vagare l’occhio fino all’orizzonte, in quel confine ampio e vago in cui diverse religioni e pratiche si mischiano tra loro ed il sapere è sussurrato in tende accampate ai margini di crocevia pieni di colori e polvere.
“Fai una domanda ai Tarocchi.
Mescola le carte, taglia il mazzo, pesca.
DI fronte a te hai ora delle arcane figure, frammenti che hai appena estratto da un tutto, il mazzo.
Queste figure sono lì per rispondere alla tua domanda.
Eppure esse non significano, ma rivelano, manifestano. Sono più simili all’evocazione di una parola poetica che alla denotazione di un discorso ordinario. Sono simboli che ti parlano di te, che ti combaciano, possono risponderti e corrisponderti, ma devi sapere che la Verità che ti svelano è come un sussurro tra due innamorati, che postulano l’eternità dell’amore a cui, da sempre e per sempre, sarebbero destinati”
D. Ouspensky
A guardarli bene i tarocchi sono solo un mazzo di carte da gioco, e per molto tempo tutte le informazioni a riguardo parlavano proprio di questo mazzo e delle sue regole: un gioco di carte permesso nella società del 1400 italiano perchè non d’azzardo ma considerato educativo, gioco di memoria ed intelligenza che potremmo paragonare a quello degli scacchi.
In Italia troviamo diversi mazzi, iconografie miniate create da artisti e filosofi del tempo, diverse a seconda delle regioni; questa varietà si standardizza solo nel 1740 quando a Marsiglia vengono uniformate figure e simboli.
Così, storicamente, la parola Tarocchi, che probabilmente viene dal volgare tarocco inteso come sciocco, prende il sopravvento rispetto all’originale nome, “Giochi dei Trionfi”, ed al suo contemporaneo “Gioco degli Onori” uscendo dalle corti signorili e diventando d’uso popolare.
E’ solo nella metà dell’800 che i Tarocchi iniziano ad essere studiati, conosciuti ed usati principalmente come mezzo divinatorio e all’interno di rituali.
La cartomanzia ha origini molto più antiche e, come altre pratiche legate alla magia ed alla spiritualità, è difficile tracciarne un percorso definito sia perché considerate parte di sapere iniziatici o familiari sia perché trasmessi principalmente per via orale.
Sono i culti massonici, l’ordine cabalistico della rosa croce e poi a seguire Crowley ed il più moderno Jodorowsky a portare i riflettori e l’attenzione sul viaggio raccontato dagli arcani fino a rendere fruibili i significati più nascosti delle singole carte.
Quello che abbiamo tra le mani oggi è un sistema che unisce al suo interno diverse tradizioni: l’alchimia, la Cabala ebraica, la numerologia, l’astrologia e la Magia esoterica.
Lo studio dell’essere umano e del suo procedere nel mondo, oltre le percezioni di quello stesso mondo.
Il mazzo dei Tarocchi si presenta diviso in due: gli Arcani Maggiori, 22 figure numerate più una carta, e gli Arcani Minori, in cui troviamo le 56 carte più comuni divise a loro volta nei quattro semi.
Negli Arcani Maggiori vengono presentati, sotto forma di immagini, una serie di Archetipi: La Papessa, gli Innamorati, la Morte, l'Appeso; il dialogo col tarocco parte dal confronto e dalla relazione che s’instaura con queste prime figure allegoriche.
Sono immagini che si rapportano facilmente con la nostra cultura ed il nostro vissuto, come ad esempio lo sono le figure dell'Imperatore o della Giustizia; queste raffigurazioni hanno una connotazione storica e sociale chiara, infatti la parola Archetipo rimanda proprio a quell’immagine primaria che si riferisce solitamente al sentire collettivo.
Negli Arcani Minori i quattro semi, declinati nei quattro aspetti della vita umana, cuore mente creatività e materia, si offrono come dettagli alla comprensione di ogni stesa, di ogni carta scelta e stesa appunto sul tavolo.
Avremo così: i Bastoni ad indicare la sessualità, la creatività, la vitalità, il Fuoco della vita; i Denari per la sfera del mondo materiale, la Terra; le Spade l'intelletto, la ragione collegata all'Aria mentre nelle Coppe viene identificato il cuore, le Acqua emotive.
Ogni carta ha tanti livelli di approfondimento quanti elementi si considerino: la prevalenza di un colore rispetto ad un altro, il suo numero o la somma dei numeri e la loro posizione all’interno della stesa, la direzione dello sguardo, e via dicendo.
Esiste un nesso causale tra la domanda posta e la carta estratta in questo preciso momento?
Secondo Jung è una sincronicità che apre ad un uso transpersonale delle carte, quello che in seguito verrà definito come l’uso Evolutivo del Tarocco, dove
l'immagine apre un dialogo che ha valore proprio perché avviene nel momento presente e si presenta come specchio di noi o di un nostro vissuto.
Contingenza viene da tangere, toccare, ed il nesso sta proprio in quel contatto fra te ed il mazzo, fra te e la carta che, tra tutte quelle di cui avevi a disposizione, hai scelto.
Inutile rimproverare il Tarocco di non possedere una vera attendibilità scientifica, un’origine certa, esso si avvicina al regno dell’immaginario e del possibile, a quel mondo fatto di segni che a prima vista sono solo linee e curve ma che alla giusta distanza formano l’alfabeto.
Tolta la pretesa di un nesso causale, abbracciato lo sconosciuto, la Via dei Tarocchi si offre come strumento per l’indagine personale, uno strumento di conoscenza di sé e dell’altro, uno specchio capace di mostrare, all’ascoltatore umile e aperto, parti della propria storia che si erano messe da parte e che, grazie e con esso, possono acquisire nuovo valore e nuova luce.
In questa visione, più vicina all’opera Junghiana, la carta della Ruota della Fortuna non presenta solo una ruota ma è dove mi pongo io in questo ciclo dinamico, così come l’interpretazione di ogni figura parte dal sentire e dal ricordo che emerge in me per prima.
Attraverso il tarocco abbiamo la possibilità d’indagare gli ambiti più diversi della nostra quotidianità ed allo stesso tempo affinare l’intuito e la capacità di ascolto di noi, alcune carte saranno facili da interpretare mentre altre appariranno infinitamente complesse.
L’uso quotidiano di questo strumento, il porsi giornalmente in ascolto di una carta che estraiamo dal mazzo, funziona come allenamento: permette l’instaurazione di un rapporto di fiducia tra noi ed il nostro sentire.