MARIA DI NAZARETH: LA ROSA MISTICA

MARIA DI NAZARETH: LA ROSA MISTICA

La Vita di Maria

Secondo il Protovangelo di Giovanni, la concezione di Maria di Nazareth da parte dei suoi genitori Anna e Gioacchino fu relazionata alla Grazia Divina, che diede loro la benedizione di una figlia nonostante l’età ben avanzata. E’ probabile quindi che la stessa apparizione di Maria sulla Terra e molti degli accadimenti della sua vita furono connessi alle visioni e annunciazioni mistiche. Il testo citato in particolare narra la storia di Maria ma fa parte dei Vangeli Apocrifi, alcuni dei quali scoperti a Nag Hammadi, cioè tutti quegli scritti che non sono ancora stati inclusi nel canone ufficiale del Nuovo Testamento.

Maria nacque a Nazareth intorno all’8 settembre tra il 22 e il 20 a.C. Successivamente, Maria venne data al Tempio in tenera età e lì rimase, sotto la guida della profetessa Anna, impegnata nell’ufficio sacerdotale e custode del Tempio di Gerusalemme. Maria visse nel Tempio in preghiera e devozione fino al matrimonio, avvenuto con Giuseppe, che fu comunque precoce, secondo le usanze dell’epoca.

La famosa Annunciazione di Maria, celebrata al giorno d’oggi il 25 marzo, è un momento fondamentale della sua vita e della religione cristiana, quando l’arcangelo Gabriele le comunica che, per opera dello Spirito Santo, lei, ancora vergine, darà alla luce Gesù, il Figlio di Dio, segnando così l’inizio della storia della salvezza.

L’etimologia del nome Maria deriva dall’ebraico-aramaico Myriam, la cui radice è la stessa dalla parola mare. Nella tradizione religiosa primitiva, le donne sono sempre state connesse all’acqua e questo potrebbe essere l’ennesima prova rilevante. Le odierne interpretazioni dicono che Maria significa amata da Dio o goccia del mare.

Dalla natività di Gesù in poi, secondo la tradizione, Maria diventa Madonna, dal latino mea domina, Mia Signora. Il titolo di Mia o Nostra Signora è una denominazione tradizionale e profondamente devozionale per la Vergine Maria nella Chiesa Cattolica e Ortodossa. L'esempio più famoso è Notre-Dame de Paris, l'iconica cattedrale di Parigi.
I titoli mariani, cioè i nomi di Maria, sono moltissimi: Notre-Dame, Nostra Signora, la Santa, Madre di Dio, la Vergine, Madre di Cristo, Immacolata Concezione, Rosa Mistica, Regina, Regina dei Cieli, Regina degli Angeli, Regina degli Apostoli, Assunta, Madre Misericordiosa, Dea Regina, Acqua Viva…

Il Culto Mariano

La figura religiosa e misterica di Maria di Nazareth è la sola Dea femminile ad essere sopravvissuta alla conversione del paganesimo e unica superstite nella globalizzazione del monoteismo. Maria, la prima di tutte le donne, la Madre, spicca nel mondo come ultima vera discendente della Grande Madre. Venerata da quasi tutte le religioni come Madre di Dio, Lei rappresenta il Divino Femminile pubblicamente ed ufficialmente, portando con sé l'eco dei poteri delle antiche Dee come Iside, Astarte, Diana, Ecate, Demetra, Kali, Inanna. La sua immagine è terrestre ma divina, celeste, umana eppure capace di essere il Colei che dà alla Luce il Messia.

Come la Dea Madre, anche la Madonna è partenogenica, cioè capace di autogenerarsi, senza avere bisogno dell’inseminazione maschile. Come Gesù stesso dichiara, nel Vangelo di Tommaso, “...la mia vera Madre mi diede la Vita.”

In alcune iconografie, soprattutto in epoca medievale, Maria detiene la mela della conoscenza, colei che è immune dal peccato originale e può addirittura permettersi di possedere liberamente il frutto proibito. A Maria sono dedicati tutti quei simboli riservati alle Dee Regine arcaiche, rimanendo così nel flusso dell’Antica Religione, condividendo gli attributi della Dea Madre: la scala, la torre, il trono e il cuore-grembo-calice capace di accogliere gli influssi celesti e terreni.
La Madonna è celebrata come un grembo-calice sacro, sulla sommità di una scala che porta al Cielo, sulla cima della torre o su di un trono. Lei stessa viene percepita come una fiaccola d’Amore e una fontana viva di speranza, come le sue antenate pagane, poiché ogni donna ha qualcosa in sé ereditato da tutte le donne prima di lei.

La simbologia del Culto Mariano è molto ricca, spesso sollecitata da significati religiosi ben più antichi dell’odierna cultura ecclesiastica. L’arte sacra di Maria include lo Specchio della Giustizia, la Luna, l’Arca dell’Alleanza, la Torre d’Avorio, la Porta dei Cieli, il Cuore Immacolato e la Rosa.
Tra tutte approfondiamo l’emblema della Rosa Mistica, nonché la più famosa associazione a Maria, simbolo della scrittura religiosa, della purezza e della passione. Nella letteratura la rosa appare nella Divina Commedia di Dante, dove rappresenta l’Empireo, la dimora dei beati e la manifestazione visiva della Gloria Divina. La Madonna infatti è a capo di tutta la rosa dantesca, in quanto rappresentazione tangibile dell’amore di Dio. Anche Apuleio, con le sue Metamorfosi, racconta come solo addentando una rosa Lucio sarebbe potuto tornare alle sue sembianze umane.

Il rosone, emblema delle chiese gotiche, sempre affacciate ad ovest, la direzione sacra alle antiche divinità femminili, è connesso al simbolismo e alla geometria della rosa.

Stessa cosa vale per il rosario, la preghiera per eccellenza dedicata alla Vergine, il cui nome deriva dal latino medievale rosarium, che significa letteralmente roseto o giardino di rose. Secondo la tradizione, le rose del Giardino dell'Eden crescevano senza spine, condizione perduta dopo il Peccato Originale. Così la Beata Vergine viene spesso definita la rosa senza spine, la Rosa Mistica, la Rosa dei Cieli.

Rosario, Ave Maria e Salve Regina sono le preghiere mariane per eccellenza.

Il mese della Madre

La rosa è anche il fiore simbolo di Maggio.

Come abbiamo appena visto con il nostro approfondimento storico su Beltane/Calendimaggio, che puoi trovare nella nostra sezione Journal, il legame di Maggio con la fertilità, la vita e la maternità è ben sentito sin dall’inizio dei tempi. Nella Storia classica, sia in Grecia che nell’Impero Romano, questo mese era sacro a divinità femminili protettrici della fertilità, della primavera e della sua abbondanza e soprattutto delle nascite. Gli atti propiziatori, le offerte ed i rituali per l’arrivo di nuove vite erano molto concentrati e sentiti in questo periodo dell’anno. La Natura sta sviluppando la sua massima prosperità, gli animali si riproducono e i fiori sono dappertutto. L’antico culto popolare della Natura si è via via trasformato in quella che è l’attuale devozione di Maria anche grazie alle riforme ecclesiastiche avvenute nel tempo. Ma abbiamo diverse fonti che sottolineano sempre come Maggio sia il mese da sempre dedicato alla Madonna con processioni, preghiere, riti e pellegrinaggi.

Analogamente ai rituali di Beltane o Calendimaggio, infatti, sovente ancora oggi vengono create ghirlande di fiori da donare alle statue che raffigurano la Madonna.

Tutto il mese è dedicato alle madri, alla fertilità e a Maria, l’unica Grande Madre sopravvissuta.
Non è un caso quindi che anche la ricorrenza della festa della mamma sia in Maggio. Tra le festività mariane sempre nel periodo di Maggio troviamo il 13 Maggio la ricorrenza della Madonna di Fatima, il 20 Maggio la festa della Vergine Maria SS Mater Domini, nel sud Italia, e il 31 Maggio la Visitazione della Beata Vergine Maria, cioè un momento molto significativo nella storia della vita di Maria come madre, raccontato nel Vangelo di Luca.

La festa della mamma, nel 2025, è stata l'11 Maggio.

L’archetipo della Madre

L’archetipo rappresenta la matrice di un concetto, un concetto fondamentale. In quanto espressione prima, ciascun archetipo è un modello universale di pensiero, sentimento o comportamento che vive nell'inconscio collettivo umano. Gli archetipi non si creano a livello personale con l’esperienza diretta, bensì attraverso strutture psichiche innate, comuni a tutte le culture e a tutti i tempi, che quindi ereditiamo dai nostri antenati. Gli archetipi si creano attraverso simboli, immagini e tematiche che spesso sono ricorrenti nei miti, nelle fiabe, nei sogni, nell'arte e nella spiritualità. Essi si ripetono nel tempo di diverse culture ed epoche, misteriosamente, poiché semplicemente risuonano con le dinamiche profonde della psiche umana. Anche se i simboli sembrano esistere solo in forma fantastica, in Psicologia queste tematiche vengono studiate cercando di decifrare l’inconscio e le sue narrazioni, così come la realizzazione del Sé e la sfera emotiva. Clarissa Pinkola Estés, scrittrice rinomata e psicologa psicoanalista junghiana è una delle più grandi esponenti della nostra epoca ad utilizzare questo approccio alla psiche. E’ stato infatti

Carl Gustav Jung (1875-1961) a postulare l’esistenza degli archetipi, sottolineando proprio come manifestano il simbolismo del femminile nel mito e nella religione.

Secondo Jung gli archetipi principali del femminile sono quattro, esattamente gli stessi che vengono ampiamente considerati nell’alchimia del Sacro Femminile:

  • la Madre, che incarna la Creazione;
  • la Vergine (o la Fanciulla), che rappresenta la forza;
  • la Strega, simbolo dell’istinto;
  • la Saggia (o la Crona), personificazione dell’intuito.

Dalle teorie junghiane sull’archetipo della Madre ci si connette alla Grande Madre, la Dea, la forza creatrice dei Mondi. Jung sosteneva che la Grande Madre fosse infatti un archetipo ben radicato nell’abisso della psiche umana, arrivando ad essere forse l’immagine archetipica più primordiale e potente a esistere. L’archetipo della Madre ci caratterizza fin dalla nascita e risulta più che fondamentale per il nostro sviluppo.

Lavorando con le figure archetipiche e le diverse espressioni dell’energia non si fa riferimento a una madre specifica, piuttosto a un potenziale innato dentro di noi da sperimentare e concepire per relazionarci all'aspetto materno della vita. Essere il nostro stesso nutrimento è un grande passo che l’Anima ci richiede.
L’Anima desidera vivere di se stessa, nutrirsi di se stessa.
La Madre rappresenta infatti il nutrimento, la fertilità e la protezione, simboleggiando dolcezza e purezza. Eppure, a livello archetipico, la figura della Grande Madre risulta essere sì la matrice di tutto, signora dei Cieli e della Terra, ma anche colei che crea e che distrugge, colei che dona la Vita e la toglie, eternamente connessa sia ai cicli della vita che a quelli della morte. Vita-morte-vita.
Jung sottolineava questa ambivalenza creatrice nell’archetipo della Madre rispettando la totalità femminile, che all'interno del Cristianesimo è diventata invece completamente sconosciuta. Gli aspetti “ombra” della Madre non sono pervenuti e con questo modello non devono interfacciarsi anche se, sempre basandoci soltanto sulle fonti scritte della Tradizione, Maria è rimasta ai piedi del Cristo durante la Passione, dalla crocifissione alla morte. Vita-morte-vita.

Ovviamente Maria va oltre la semplice figura archetipica in quanto incarnazione del Divino Femminile, essendo lei stessa una figura storica, spirituale e teologica tra le più complesse mai esistite.
La sua storia rimane fondamentalmente tra le grazie della polvere sacra, in attesa che venga scossa e riscoperta, probabilmente anche riadattata alle chiavi di lettura miracolose di cui abbiamo estrema necessità in questo momento storico.

Ed è per questo che noi di Wild Sisters United abbiamo così tanto a cuore la ricerca, le tradizioni e le connessioni che si creano onorandole. Siamo orgogliose di lavorare per dare voce alla storia scritta di tutte noi, di tutte le donne del passato e del futuro.

Sempre connesse,
Ayami e le tue Wild Sisters

Testo: Asia Ferrario

Torna al blog