La parola che hai appena letto arriva dal latino quiescentia, che significa stato di quiete.
Nel mondo scientifico viene utilizzata soprattutto per esprimere quello stato naturale in cui non c’è apparente movimento, come uno stato ciclico di dormiveglia, che spesso coincide con il tempo dell’inverno. La quiete e la stasi vicine a noi esprimono perfettamente quanto la Natura si stia ancora riposando, per giungere al suo ciclico risveglio. Benché sia solo una stasi superficiale e non ci sia quindi un vero e proprio arresto delle funzioni biologiche della Natura, il concetto di quiescenza che osserviamo nel mondo naturale può essere di grande ispirazione per noi esseri umani.
Guardati attorno. Siamo solo all’inizio del risveglio della Natura. Eppure, in noi, quell’aspirazione estatica di luce, calore, fioritura e profumi si è da tempo risvegliata.
Sarebbe impossibile non vivere di questo desiderio così profondo nelle radici del Cuore umano!
Ma come fa Madre Natura a creare ininterrottamente con tutta la sua maestria? Che cosa anima realmente la forza resiliente infinita che ha Madre Natura?
Tra i segreti che permeano la nostra realtà, Madre Natura rimane il più arduo da decodificare attraverso il processo mentale o scientifico, tuttavia gli strumenti di osservazione che abbiamo oggi sono sempre più astuti e penetranti.
Merita menzione infatti la scienza etnobotanica, che promette di studiare tutto ciò che rimane poetico e misterioso delle forze naturali presenti sul nostro Pianeta.
Questa è una disciplina talmente profonda nella ricerca che abbraccia ciascuna delle innumerevoli sfaccettature del rapporto tra essere umano e Natura.
L’etnobotanica è a tutti gli effetti una disciplina scientifica, ma la sua caratteristica principale è che incarna l’unica scienza “senza tempo”: ciò di cui noi possiamo usufruire adesso è soltanto un approccio etnobotanico sempre più aggiornato, che ha preso vita insieme alle stesse ere evolutive umane. Possiamo dire che le prime persone studiose di etnobotanica furono proprio i primi ominidi. Passando quindi dallo studio della botanica all’antropologia culturale, ci possiamo immergere lentamente nelle oscure grotte feconde di Gaia.
Persino i canti popolari femminili sono indagati dall’etnobotanica, gli stessi che noi di Wild Sisters cantiamo sempre a gran voce, perché desideriamo soltanto mantenere acceso il fuoco che ci connetta a Gaia.
Osservare con il Cuore rende tutto più chiaro, quasi come se le conclusioni che possiamo trarne non servissero davvero, perché non concludono proprio nulla, anzi, esprimono semplicemente la misteriosa meraviglia della Vita.
Madre Natura, la nostra matrice, è la nostra più grande maestra in materia. I suoi insegnamenti diventano comprensibili quando sappiamo come è fatta la nostra essenza, perché la nostra e la sua combaciano: il Cuore.
Ciò che anima noi ha origine nella Terra. Il Cuore infuocato della Terra ha la stessa potenza di quello umano, oltre la sua lettura anatomica.
Ma con quali occhiali vogliamo leggere il nostro Cuore? Che visione abbiamo della nostra stessa Vita?
Persino l’andamento vibrazionale racchiuso nella nostra voce ha la stessa frequenza della Terra, chiamata risonanza Shumann. Cuore e vibrazione energetica creano il nostro codice di vita, come un DNA energetico che, ancor prima della genesi evolutiva e antropologica, prometteva di custodire gli stessi andamenti ciclici del Creato. Ed è per questo che le vene che fanno vibrare il nostro sangue hanno la stessa diramazione delle radici in botanica e dell’esplosione dei lampi nel cielo, ugualmente per la forma spiraleggiante dei moti d’acqua viva e per la danza intrauterina, da cellula-uovo a creatura.
Il corpo umano è custode delle ciclicità naturali presenti sul nostro pianeta, ed è per questo che siamo così connessi ai vari cicli della Terra.
Il normale risveglio della Natura che si avvicina imprime in noi quella voglia di aprirsi, creare, nidificare e godere del Sole. E’ naturale. Ma se dovessi sentirti più connessa al clima dormiente e freddo dell’inverno, sappi che il tuo sentire è ugualmente valido. Siamo nel giusto quando viviamo veramente la nostra verità senza cercare conferme esterne e senza paura.
Essere quiescenti vuol dire proprio saper essere in ascolto dei propri tempi, interiori e non, rispettandoli totalmente così da affrontare la stasi invernale con grande fiducia, perché in fondo la Natura sa che ogni attimo è irripetibile. Bisogna godere del momento presente.
Ne parliamo oggi per rimanere in apertura insieme in questi ultimi passi decisivi che ci porteranno all’annuale rinascita primaverile. Il primo mese dell’anno è concluso, abbiamo appena passato tre fantastici giorni della merla e la ricorrenza della Candelora ci ha come sempre ribattezzate al nostro stesso fuoco interiore, che è sempre acceso, così come la fiamma sotterranea di Madre Natura, oltre le quiescenti manifestazioni a noi visibili.
Dal momento della festa naturale di Imbolc/Candelora mancano soltanto 40 giorni all’arrivo della primavera.
Queste giornate di quarantena, sebbene rievochino in noi periodi pesanti, sono comportamenti di eredità arcaica. Secondo la tradizione, all’epoca di Cristo, la legge ebraica prevedeva che esattamente 40 giorni dopo la nascita di un figlio maschio si celebrassero il rito dell'offerta del bambino al Tempio e il rito della purificazione della madre, erroneamente ritenuta impura poiché portatrice di sangue mestruale.
Il V angelo diLuca narra proprio della presentazione di Gesù al Tempio, all’epoca presidiato dalla profetessa Anna, figura femminile impegnata nell’ufficio sacerdotale che la tradizione biblica ha sempre confermato esistere, tant’è vero che ella è riconosciuta e venerata come Santa.
Torniamo alla Natura.
L’equinozio è sempre più vicino. Nel nostro emisfero boreale, quest'anno avverrà esattamente giovedì 20 marzo 2025 alle ore 10:01. Da quel momento in poi le ore di buio combaceranno con quelle di luce.
Abbiamo bisogno di sentire quell’equilibrio e quel rinnovamento in noi, sotto l’infinita luce del Sole.
Siamo qui anche per rimembrare come la Natura sia sempre in perfetto orario. Non c’è fretta perché tutto ciò che esiste secondo lo scandire del tempo naturale è già perfetto.
Noi vogliamo la sua stessa resilienza e forza, quindi puntiamo alla fiducia attraverso la quiescenza. Non reagire è già una reazione, quindi è anche giusto voler rimanere ancora nella tana, nel tepore. Cerchiamo di andare oltre ai canoni perennemente performanti imposti da coloro che non seguono il ritmo naturale delle cose.
Arriverà il momento di sbocciare, per tutte noi.
Le ultime giornate pre equinozio sono perfette per l’immersione totale nello shadow work, per portare veramente la nostra luce e il nostro Amore ad ogni sfumatura della nostra anima, completamente consapevoli di chi siamo oggi grazie a tutte le sfumature di noi che siamo state finora.
Affrontiamo questi ultimi giorni invernali come una celebrazione, osservando quanto abbiamo camminato e quanta strada abbiamo fatto finora senza rimanere mai congelati dal freddo. A volte siamo così concentrati sul cambiamento che non ci godiamo nemmeno il processo, e invece la Vita merita di essere goduta. Quella Vita che è sempre viva, anche e soprattutto nella quiescenza.
Ovunque tu voglia andare, ricordati che puoi farlo con la giusta determinazione e costanza. Ovunque tu voglia essere, ricordati che tutti quei panorami nuovi che desideri vogliono soltanto che il tuo sguardo sia quello del Cuore.
Qualsiasi sia la tua destinazione, ricordati sempre che il viaggio è già un enorme processo trasformativo.
Impariamo insieme a godere del momento presente, perché non ci sarà più un istante come questo in tutta la Vita, anche se è sempre adesso. Ogni momento può essere il miglior momento della nostra Vita quando siamo grate di essere qui, grate di non essere ancora altrove, perché non ci sarà mai un arrivo o destinazione conclusiva all’infuori della morte. Tutto ciò che è in Vita è in cambiamento, noi comprese. Ed è probabile che il cambiamento prosegua di dimensione in dimensione anche dopo la morte.
Tutto ciò che conosciamo si trasformerà, quando arriverà il momento.
Godiamo ancora un pò dell’inverno che sbiadisce, perché la Vita che ritorna in realtà non se n’è mai andata. Prenditi tutto il tempo del mondo per assaporare l’ultimo freddo, e se ti cade l’occhio sulle gemme che sono già nate sulle fronde degli alberi, sappi che sei nel posto giusto. Sentiti capace di osservare e percepire tutta la potenza di quelle gemme neonate perché a breve fioriranno, e noi con loro. Anche nel più piccolo segnale di Vita può nascondersi la potenza dell’intero universo. Il Cuore sa. La purezza delle gemme sta nel segreto che racchiudono: esse sono solo una piccola parte di un grande pattern vitale che spiega come il microcosmo sia sempre il macrocosmo e viceversa.
Visto che non ci stancheremo mai di condividere, oggi esploriamo anche la dimensione dei gemmoderivati, che sono estrazioni fitoterapiche create dalle gemme nate proprio in questo periodo, durante l’apparente stasi quiescente della Natura. La cura della gemmoterapia deriva dall’estrazione di materia vegetale ancora in fase embrionale, cioè gemme o germogli neonati. Grazie alle loro proprietà antinfiammatorie, antiossidanti, immunostimolanti e adattogene si possono utilizzare per infinite finalità terapeutiche. Possono essere impiegati per sostenere il sistema immunitario, migliorare la digestione, favorire il sonno, ridurre lo stress e l'ansia, e per altre problematiche di salute più specifiche. Li puoi trovare facilmente in erboristeria e per sceglierli ti consigliamo di porti delle domande ben definite, in modo da attivare il potere della tua intuizione. Se invece conosci le piante vicino a te e hai le giuste competenze per un foraggio consapevole, magari potresti raccogliere simbolicamente qualche gemma.
Ricordati che mente intuitiva e Cuore aperto sono sempre lì per te, nel tuo corpo, simbolo della Natura.
Come il vento, che non ha né inizio né fine. Semplicemente c’è.
Con Amore e gratitudine,
le tue Wild Sisters United
Testo: Asia Ferrario